L’AQUILA – Le città vogliono secoli per crescere, ma possono morire in un batter d’occhio

di Michael Kimmelman
Testo originale:
“New York Times” del 23 dicembre 2009
“An Italian City Shaken to Its Cultural Core”

http://www.nytimes.com/2009/12/24/arts/24abroad.html?_r=1&ref=design

Riporto integralmente l’articolo del New York Times pubblicato in traduzione italiana dal sito www.3e32.com

piazzaduomo

Piazza Duomo innevata

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Studenti vittime del 6 aprile

NON SARETE DIMENTICATI

“ … i nostri figli morti nel terremoto de L’Aquila del 6 aprile del 2009 sono vittime dimenticate.
Da dopo il funerale mai nessuna istituzione  ha prestato più attenzione alle nostre famiglie sia morale che di altro genere…
Chi ha responsabilità deve pagare.”
Paolo Colonna, papà di Tonino

“Siamo qui per dire allo Stato che noi ci siamo i nostri figli ci sono e invece loro li hanno completamente messi da parte.
Hanno considerato  che valgono più le case che le vite umane.
Noi non abbiamo avuto dalle Istituzioni nessun tipo di supporto… quindi abbandonati completamente”
Sergio Bianchi, papà di Nicola

“ Perché ho perso un figlio io…? Io non mi so dare una risposta … Non so se c’è qualcuno che me la sa dare …”
Papà di Matteo

Roma  11 settembre 2009 Palazzo Chigi

Roma 11 settembre 2009 Palazzo Chigi

Manifestazione del Coordinamento dei familiari Studenti Universitari morti nel terremoto di L’Aquila

Tanti sono gli Aquilani che si trovano alloggiati sulla costa (15.000) o in sistemazione autonoma (4.000) che passeranno il Natale lontano dalla loro città. A loro l’augurio che possano ritornare presto nella loro L’Aquila.

Mentre tutta l’Italia è avvolta da una morsa di gelo, anche L’Aquila si è ammantata da una coltre bianca in un’atmosfera magica di silenzio e pace.
Sembra proprio che dopo le urla di dolore e di pianto la città voglia riposare, per lasciarsi andare ad una religiosa quiete che lenisca per sempre le ferite che il terremoto ha inferto alla sua anima, al suo cuore, il suo Centro storico.

Ma come torna il sole, si diradano le nebbie magiche che sembravano averla voluta rapire in un mondo fiabesco,  quasi a proteggerla per immortalarla in un’eternità dove le sue antiche glorie, i suoi monumenti celebrati in tutto il monda, la sua Arte amata e ammirata per secoli potessero ritornare a vivere di un immoto splendore. Quasi che il suo destino fosse  quello di nutrirsi della stessa  linfa divina che ha immortalato altre città celebri del passato, di cui rimangono che poche vestigia, ruderi che mai potranno ridarci il loro antico splendore…

S.Demetrio * Vigili del fuoco puntellano il Campanile di S.Maria della Raccomandata

S.Demetrio * Vigili del fuoco puntellano il Campanile di S.Maria della Raccomandata

La realtà è però che a L’Aquila la neve gonfia le macerie dei suoi monumenti e palazzi pericolanti che potrebbero avere il loro tracollo definitivo dall’acqua e dal gelo.

S. Demetrio - S.Maria della Raccomandata

S. Demetrio - S.Maria della Raccomandata

In uno eroico sforzo squadre ammirevoli di Vigili del Fuoco continuano indefessamente la loro opera di puntellamento di Chiese, Palazzi e Monumenti.

In tutti c’è certezza: L’AQUILA TORNERA’ A VOLARE!

Continua il balletto di assicurazioni- smentite sulla sospensione delle tasse per la popolazione del terremoto ed esplode la protesta

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Sospensione fino a settembre 2010. Ma il provvedimento del governo riguarderà solo i lavoratori autonomi ed escluderà dipendenti e pensionati. Così prevale la linea dura di Tremonti
da Il Centro del 19 dicembre 2009.

Così anche la vecchina, a cui Berlusconi aveva promesso in regalo la dentiera in presa diretta davanti alla TV, ha dovuto pagare le tasse sulla sua pensione del mese di dicembre e sulla tredicesima, come tutti gli altri terremotati, in barba a tutte le promesse fatte e al trattamento riservato ai terremotati di sisma precedenti (Umbria Marche), trattamento avallato dalla finanziaria del 2008.

Intanto il sindaco Cialiente si confessa davanti ai microfoni di OndaTV nella trasmissione “Un Gran Caffè con …” andata in onda ieri sera alle 21.00.

Dure le sue accuse sulla gestione del terremoto di L’Aquile e sulle “promesse tradite”.

Singolare iniziativa del sindaco Cialiente:

9 dicembre L'Aquila Consiglio Comunale

9 dicembre L'Aquila Consiglio Comunale

per protestare contro le “promesse tradite” convoca l’assemblea del Consiglio Comunale all’aperto tra le macerie.

Dice il sindaco de L’Aquila nel corso del ” Consiglio in zona rossa”:

«Non è possibile che qui a 20 giorni quando ancora la gente non può rientrare perché  si è sbagliata strategia e non ci sono le case, quando ancora non riparte nulla, quando ancora non sono stati stanziati quei soldi che danno speranza e risposta, noi ricominciamo a pagare le tasse, come se niente fosse, e dal 1° gennaio e da giugno, a differenza di tutti gli altri terremotati, noi pagheremo più di tutti gli altri cittadini italiani perché dovremmo rimborsare 100 milioni in 5 anni: questo è il succo».

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LE TASSE NEGLI ULTIMI TERREMOTI

Umbria e Marche (1997):
Inizio della restituzione di tasse e imposte a Giugno 2009.
La sospensione dei versamenti durò quasi un anno – dopo ben 12 anni dal sisma del 1997, e si pagherà solo il 40 per cento e nell’arco di 120 mesi.
La legge finanziaria 2008 ha infatti previsto la restituzione in misura ridotta al 40% dei tributi e contributi, oggetto di sospensione per effetto del sisma del 1997 iniziati nel settembre 1997, mediante rateizzazione per 120 rate mensili. Il decreto ha fissato al
16 giugno 2009 la decorrenza della prima rata mensile

Molise (terremoto del novembre 2002)
sospensione si è protratta per 30 mesi, con ben quattro proroghe. Il decreto per la restituzione, arrivato solo lo scorso febbraio, ha previsto la restituzione in dieci anni, con un abbattimento del 60% delle somme da restituire.

Piemonte (aree colpite dall’alluvione del novembre 1994):
i tributi furono corrisposti dopo diversi anni e per il 10 per cento del totale.

(ANSA) – ROMA, 1 DIC – Chiuse tutte le tendopoli in Abruzzo: le ultime 13 persone sono state sistemate in alberghi e nella caserma Campomizzi a L’Aquila.

Circa 18mila persone sono distribuite tra alberghi e case private nell’Aquilano e nelle altre province. Oltre 1.500 persone sono ospitate tra la scuola Gdf di Coppito e la caserma Campomizzi. Altre 6.700 sono nelle abitazioni antisismiche del progetto C.a.s.e. e oltre 600 nei moduli abitativi provvisori (Map) nei paesi della provincia dell’Aquila.

Mentre i giornalisti dei vari Tg fanno a gare per illustrare il “nuovo miracolo italiano” (la casa agli Aquilani in 7 mesi!), la città di L’Aquila rimane sommersa dalle macerie.

Primi interventi alla basilica di Collemaggio

Primi interventi alla basilica di Collemaggio

Il Patrimonio Artistico Aquilano  corre gravi pericoli con l’avvicinarsi dell’inverno, tanto da far temere al sindaco di L’Aquila la sua perdita irreparabile.

Un esempio per tutti è Collemaggio, la cattedrale voluta da Celestino V, la Chiesa della Perdonanza.
Chi non è rimasto sbigottito nel vedere,  durante la cerimonia della Perdonanza,  la Chiesa sventrata, la navata centrale ricoperta da un immenso cumulo di macerie! Quelle macerie, dopo 7 mesi,  stanno ancora lì, come in tutto il centro aquilano, beni storici e culturali di immenso valore stanno letteralmente  marcendo …!!!

Oggi L’Unità dedica la sua prima pagina alle macerie dell’Aquila e pubblica un articolo-denuncia di Luca Del Fra dal titolo univoco, che riporto integralmente:

La speculazione minaccia i ruderi storici dell’Aquila

di Luca Del Fra

Non riesce a darsi pace. Armando Carideo guarda le foto del somiere dell’organo storico di Santa Maria di Collemaggio de L’Aquila ed è incredulo: «Si è imbarcato – spiega -, e così piegato non serve a niente, al massimo potranno metterlo in un museo». Il somiere è il cuore di uno strumento musicale antico e nobile come l’organo. «È rimasto sepolto per mesi sotto le macerie, spuntava dai calcinacci ma nessuno se n’era accorto. Appena mi hanno fatto entrare nella basilica l’ho subito riconosciuto, e in pochi giorni lo hanno tirato fuori». Ma oramai era agosto: «Non è possibile sapere in che condizione fosse ad aprile dopo il crollo, ma certo questo tipo di danni più che dall’urto sono dovuti all’abbandono e alle intemperie, pioggia, sole, umido, caldo… ». Dal 1990 Carideo ha diretto un progetto per il recupero degli organi storici abruzzesi, un ricchissimo patrimonio accumulato attraverso i secoli. Durato oltre15anni è statoun lavoro all’avanguardia per metodologie, precisione e risultati, preso a esempio da paesi come la Germania e gli Stati Uniti. Subito dopo il sisma che ha colpito l’Abruzzo il 6 aprile, Carideo si è offerto volontario per salvare quegli organi, che conosce uno a uno come fossero vecchi amici: ha scritto al Ministero, al commissario straordinario Bertolaso, alle sovrintendenze. Non gli hanno neppure risposto. E lui non riesce a darsi pace, mentre un patrimonio organario tra i più ricchi d’Italia giace nell’incuria o rischia di essere danneggiato per sempre da interventi di mani inesperte. Come per gli organi, lo stesso vale per tutto il patrimonio artistico aquilano: i palazzi storici giacciono lì e in otto mesi non si è riusciti neppure a puntellarli tutti. Una situazione paradossale, ma sempre quando s’incrociano disorganizzazione, incuria, dilettantismo, sullo sfondo si profila l’ombra di una speculazione.

SOLO MANCANZA DI FONDI?

«Se arriva la neve li squaglia quei palazzi» si è lasciato sfuggire il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente parlando del centro storico. E ha ragione: di fronte ai ritardi dal ministero dei Beni Culturali alzano le mani. Tutto dipende dal super commissario Bertolaso e dal suo vice Luciano Marchetti che si occupa dei beni culturali e che lamenta l’assenza di fondi e dice «devo lavorare a credito… ». Al contrario delle tante promesse, il governo di soldi ne ha stanziati pochini per la messa in sicurezza dei beni culturali: appena 20 milioni, ancora non a disposizione, ma che dovrebbero, forse, arrivare fino a 50. Non a caso sette ex ministri della Cultura – Buttiglione, Fisichella, Melandri, Paolucci, Ronchey, Urbani, Veltroni – hanno proposto al governo di istituire una tassa di scopo per la salvaguardia e il restauro dei beni abruzzesi. Resta però inspiegabile come mai una parte del patrimonio mobile – quadri, sculture, mobilio e via dicendo – sia ancora all’interno di edifici inagibili, alcuni non puntellati. La mancanza di fondi rischia di diventare una mezza verità, che nasconde unamezza bugia: «Il problema è completamente diverso – spiega Giuseppe Basile, storico dell’arte dell’Istituto nazionale del restauro oggi in pensione e tra i protagonisti del salvataggio e del restauro della Basilica di SanFrancesco ad Assisi, durato appena due anni – dopo il terremoto dell’Umbria e delle Marche, la competenza sui beni culturali delle zone colpite dal sisma venne affidata a Mario Serio, che era il direttore generale del ministero che si occupava di quei beni anche nella normalità. Per lui fu facile e immediato intervenire: sapeva chi chiamare, dove e come mandarlo. Oggi invece è tutto sotto gli auspici della protezione civile, che si comporta in modo militare e fa lavorare, anche come volontari, solo suoi affiliati o quelli di associazioni da lei riconosciute, come Legambiente e le Misericordie. Mi sono offerto come volontario, ho detto che mi sarei pagato l’assicurazione sulla vita per non essere di peso, ma alla fine ho capito che comunque non mi avrebbero chiamato».
LA DENUNCIA

I restauratori sono in agitazione a livello nazionale: per il terremoto dell’Umbria e delle Marche vennero mobilitati i migliori, stavolta il timore diffuso è che per gli organi musicali e per tutto il resto si facciano avanti, con spinte politiche, personaggi poco affidabili. Intanto ai danni del terremoto si stanno aggiungendo quelli dei volontari non specializzati e, colpevolmente, non seguiti da occhi esperti.Èquanto ha denunciato Gianfranco Cerasoli, funzionario del ministero e segretario generale della Uil alla riunione del Consiglio superiore per i beni e le attività culturali del 12 ottobre. «Il ministro Bondi – ha ricordato Cerasoli – ha voluto che si attrezzasse una struttura distaccata dell’Istituto Superiore del restauro presso Celano, che dovrà urgentemente intervenire non sugli effetti del terremoto, bensì su quelli dell’incuria di quantihanno e avevano responsabilità dei Beni culturali». Altro che solo mancanza di fondi, la questione è scottante, la disorganizzazione notevole, la sovrapposizione di enti esecutori all’ordine del giorno tra Comune e Vigili del fuoco. È il caso della Chiesa di Santa Maria di Paganica che, «mentre il quartiere è stato messo in sicurezza (…), è ancora scoperta e soggetta agli agenti atmosferici», come tutte le chiese del centro storico a eccezione di Collemaggio. E proprio le intense precipitazioni hanno procurato ulteriori danni a questi edifici storici, con i loro affreschi, mosaici e ornamentazioni.AOnna, città simbolo del sisma, l’organo della chiesa si era salvato appeso a l’unico muro restato in piedi e pericolante: smontato dai pompieri non è dato sapere dove sia finito. Gira oramai il motto: quello che non fece il terremoto, terminarono Bertolaso e compagnia. E dal primo gennaio per i Beni culturali sarà anche peggio, commissario diventerà il presidente della regione Abruzzo Giovanni Chiodi, affiancato nella ricostruzione dal Genio Civile, abituato a lavorare per viadotti e ponti con il cemento armato: una mano santa per gli antichi palazzi. Amen.

CUI PRODEST?

Tutto avviene in uno sconcertante silenzio, o meglio inunfragore di trionfanti proclami mediatici che non corrispondono a verità. La popolazione è stizzita perché ancora non è stato avviato il restauro degli edifici classificati «A», vale a dire poco danneggiati. Lecito chiedersi se dietro tanto caos non ci siano o stiano nascendo progetti diversi. E, di fronte all’immobilità dello Stato e all’inerzia della ricostruzione, molti cominciano a vendere le proprie abitazioni.A poco, naturalmente, spaventati che ai danni del terremoto si aggiunga il colpo di grazia di un ritardo che renderà gli edifici irrecuperabili. Giovedì 19 novembre, durante una puntata di Terra (Canale5), Toni Capuozzo parlò di un serio rischio di speculazione sul centro storico de L’Aquila. Il puzzle si chiarisce: parte attiva nella ricostruzione dell’Umbria dopo il terremoto, Marchetti quando lavorava al ministero autorizzò il progetto degli ascensori sul Vittoriano diRomadefinito uno scempio da molti esperti, e ora punta a restare in carica dopo il primo gennaio con il nuovo commissario Chiodi; a capo della Struttura tecnica di missione per sovrintendere la ricostruzione de L’Aquila è stato nominato Gaetano Fontana, inventore dei “piani di riqualificazione urbana”, dei “Prusst” e delle varianti urbanistiche in deroga ai piani regolatori e dal 2008 direttore generale dell’Associazione nazionale costruttori edili. Così mentre interi quartieri de L’Aquila sono lasciati a marcire nell’incuria, qualcuno sente già girare le betoniere del cemento armato…

30 novembre 2009

L’Unità

Carlo Costantini,  capogruppo dell’IdV al Consiglio Regionale, intervistato in occasione dell’Assemblea Cittadina “Ripopolamento, ricostruzione e partecipazione” organizzata dal Comitato 3e32 il 24.11,  attacca duramente la Protezione  Civile, accusandola di mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi del terremoto:

“La gestione di una quantità di denaro così’ grande – ha affermato l’esponente  Idv – aveva bisogno di un’operazione di trasparenza, di un’operazione verità, di un’operazione capace di consentire a milioni di cittadini di controllare le  modalità di spesa di ogni singolo euro…
Le conseguenze sono quelle che registriamo in questi giorni,  gli imbrogli o tentativi di imbrogli si sono consentiti perché hanno trovato  un humus fertile… ”.

Fonte: Abruzzo24TV

L’Unità.it  pubblica oggi un’intervista di Maristella Jervasi a Enzo Boschi, presidente Ingv, che riporto integralmente.
Intervista ad Enzo Boschi, presidente Ingv
di Maristella Iervasi

Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Invg), lo dice senza perifrasi. “E’ una idea di Bertolaso. La Protezione civile vuole le nostre reti di monitoraggio sismico”.
E’ più che un timore. La minaccia è concreta ed è scritta nero su bianco in uno schema di decreto che porta la data del 29 ottobre e che mentre scriviamo è oggetto di nuove versioni e scintille di Tremonti nel pre-consiglio dei ministri. La Protezione civile diventerà una Spa. E forzatamente e arbitrariamente incamererà l’intero settore del monitoraggio dei terremoti che attualmente è gestito dall’Ingv, l’Istituto di geofisica e vulcanologia, diretto dal professor Enzo Boschi.

Sconcerto e mobilitazione in tutto l’ente di ricerca di via di Vigna Murata sull’Ardeatina, a Roma. E non solo. Con un pugno di mosche in mano rischiano di restare gli oltre 400 precari Ingv che da mesi chiedono l’aumento della dotazioane organica dell’ente.

La rete di monitoraggio dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulganologia (Ingv) esiste dal 1980, dopo il terremoto dell’Irpinia. “Ha raggiunto un livello di qualità confrontabile con i paesi all’avanguardia nella ricerca sismologica nel mondo – sottolinea Massimo Cocco, sismologo e dirigente di ricerca dell’Istituto di via di Vigne Murate – ed è oggi un insostituibbile strumento sia per lo studio della fisica dell’interno della terra sia per la sorveglianza sismica dela terriotorio nazionale”. Un piatto ghiotto, dunque. Di alto prestigio. Che il nuovo scenario prospettato nella bozza di governo rischia invece di portare letteralmente al collasso. Con l’alto rischio della secretazione dei dati sismici.

Professor Boschi, vogliono smembrare l’Ingv?

“E’ quanto è scritto in uno schema di decreto. Stiamo cercando di impedire che questo accada”.

E come? E anzitutto, come l’ha scoperto?

“Credevo fosse uno scherzo lunedì mattina, poi ho letto lo schema di decreto….”.

Come difenderà l’istituto e i suoi dipendenti? Senza contare che nella sala sismica lavorano tanti ricercatori precari.

“È un’idea priva di senso. Separare il monitoraggio dalla ricerca sismologica e vulcanologica è sbagliato in termini scientifici. Il progresso tecnologico è dato dalla ricerca. Le reti di monitoraggio sono uno strumento fondamentale per la ricerca”.

Invece di aumentare la pianta organica dell’ente arriva lo smembramento. Presagiva questo tipo di riordino per il suo ente?

“Assolutamente no. Del resto io stesso verrò fatto fuori”.

Come scusi?

“Il mio mandato scadrà quando verrà approvato il decreto sul riordino degli enti. Tutti i vertici scadranno e verranno rinominati. Ma non è la mia carriera che è in gioco. E’ la ricerca. Separare una rete di monitoraggio della ricerca, limitandone l’uso alla sola sorveglianza, è un errore tattico molto grave. Non solo. E’ in contrasto con quanto proposto dal Miur dall’indacazione della Commissione europea”.

Dopo lo choc si sarà pur fatto un’idea. Chi ha secondo lei “partorito” tutto questo? Bertolaso?

“Per quel che ne so io sì: è un’idea della Protezione civile”.

Che ne sarà dell’istututo nazionale di Geofisica e Vulcanologia se non si riuscirà a fermare questo progetto?

“Se verrà messa in discussione la centralità della ricerca, quando vale chiuderlo definitivamente l’Ingv. Non avrebbe senso mantenerlo in piedi smembrato”.

Una parola per i suoi dipendenti e precari in agitazione.

“Non resteranno con le mani in mano. A questa minaccia noi tutti non ci stiamo. Questo tipo di progetto contenuto nello schema di decreto contrasta con quanto recita la Carta costituzionale sulla libertà di ricerca. I ricercatori non saranno di certo disponibili a trasferirsi e non li potranno obbligare. Chi ha un contratto, ad esempio, potrà fare ricorso al Tar”.

26 novembre 2009

Dal sito dell’INGV veniamo a sapere che è in atto la ristrutturazione dell’INGV non a causa del terremoto,  ma per un progetto di legge (Decreto legge 29 ottobre 2009)  che prevede il passaggio del monitoraggio sismico del territorio italiano alla Protezione Civile.

Questo non può non essere visto come un duro colpo al lavoro e all’esperienza dei tecnici dell’INGV che nei mesi del terremoto abbiamo apprezzato per le loro competenze  nel monitoraggio sismico dell’Aquilano, nonostante proprio in quei giorni fossero in stato di agitazione per ragioni contrattuali.

Neppure si può negare il contributo  di informazione e rassicurazioni dato dall’INGV alla popolazione,  del tutto ignara dei pericoli e dei rischi finora corsi.

Questo il comunicato ufficiale dell’INGV:

TERREMOTO ALL’INGV: IN PERICOLO LA RICERCA SISMOLOGICA E VULCANOLOGICA ITALIANA

Il Collegio di Istituto dell’INGV ha appreso con sorpresa e forte disappunto che una bozza di Decreto-legge datata 29 ottobre 2009 prevede una pesante ipotesi di riordino dell’ente.
Lo scenario delineato nella bozza di D.L. e’ allarmante: si vorrebbe trasferire, forzosamente e arbitrariamente, l’intero settore del monitoraggio dei terremoti al Dipartimento della Protezione Civile.
La separazione tra monitoraggio e ricerca e’ un gravissimo errore e una palese anomalia a livello mondiale che porterebbe in breve tempo al collasso qualitativo di entrambe le attività‘.
Questa operazione e’ in totale contraddizione con l’itinerario di riordino degli enti di ricerca gia’ programmato e con il piano di integrazione delle infrastrutture di ricerca nazionali promosso dalla Commissione Europea e condiviso dal MIUR.

Il Collegio di Istituto dell’INGV, in rappresentanza della comunita’ scientifica dell’ente, ha chiesto al Ministro Gelmini e al Sottosegretario Letta un intervento urgentissimo per scongiurare questa eventualita’, oltre a un incontro per manifestare direttamente il forte dissenso su tale iniziativa.

Il Collegio di Istituto INGV

Non si possono non condividere le preoccupazioni dell’INGV e credo che tutti noi dovremmo mostrare solidarietà per questi tecnici, alcuni dei quali abbiamo conosciuto di persona nelle ore immediatamente seguenti alle scosse del 6 aprile e apprezzato per la loro competenza e professionalità.

Per un maggiore approfondimento vai al sito dell’INGV http://portale.ingv.it/

Sempre a proposito della trasmissione “Terra!”  del 19 novembre condotta da quello che si autodefinisce un autentico giornalista Toni Capuozzo, ho trovato nel blog http://www.shockjournalism.com/blog/ un post interessante di  cui vorrei citare solo alcune righe:

«Ci si dimentica dello slogan  dalle tende alle case quando si ricorda che sono poco più di 5mila, al 20 novembre, gli aquilani che hanno avuto un appartamento nelle spersonalizzanti new town.

Le poche voci fuori dal coro sono comunque presentate come storie edificanti, in un clima di grande operosità e di rinascita.

E Toni Capuozzo può chiudere in bellezza, ribadendo il concetto del piccolo grande successo in Abruzzo.»

Mi verrebbe solo da aggiungere: dopo 7 mesi di tenda, vero record nella storia dei disastri naturali in Italia!!!

«Viaggio nel cuore dell’Aquila in una “bella” giornata di sole di fine autunno.»

«Un doveroso e sentito ringraziamento ai Vigili del fuoco che ci hanno accompagnato tra le rovine della nostra città»

tratto da Abruzzo24ore.tv
link >>  http://www.abruzzo24ore.tv/news/Una-passeggiata-in-centro-otto-mesi-dopo/13692.htm

In margine alla trasmissione Terra condotta da Toni Capuozzo il 19 novembre, “Abruzzo24tv” pubblica un interessante intervento di un architetto aquilano che si definisce «uno qualunque. Uno di noi, di questa grande famiglia ferita …», di cui voglio citare solo un breve brano:

” … Parlando di ieri, a proposito della puntata di Terra e parlando a chi l’ha seguita, dico subito che 4.000 contenti su circa 70.000 abitanti non mi sembra un grande risultato, e quando sarà completato l’ultimo di questi disastri urbanistici, i contenti saranno 15.000 a fronte, sempre, dei circa 70.000.”

Per chi volesse leggere tutto l’intervento può cliccare  >>qui

Riporto di seguito il video-trailer della puntata di “Terra” del 20.11.09

Giuliani, considerato un«imbecille» da Esimie Autorità e denunciato per procurato allarme, ha “rischiato” il Nobel ..!!!

vedi il video , primo di una serie di stralci della trasmissione l’Ottovolante andata in onda ieri sera su Rete 8

A.A.A. ADOZIONI DISPERATAMENTE CERCASI

C’è da rimanere sbigottiti: il sospetto che da giorni serpeggiava sui quotidiani si sta rivelando un’amara verità:
La Grande Location Abruzzo, Il G8 sarebbe un vero flop ai danni degli Abruzzesi.
I Grandi della Terra, grandi solo per la loro “brillante “assenza al vertice Fao  sulla Sicurezza (meglio dire a questo punto Insicurezza) Alimentare, stanno disertando “le buone intenzioni” manifestate durante il G8 per adottare i monumenti aquilani: per i 45 monumenti da adottare, solo 4 stati hanno finora risposto all’appello. Chi non ha ancora presenti le immagini del Grande Set Cinematografico del mese di luglio: i Grandi che passeggiano con fare compassato , come da copione ben assimilato, sullo sfondo delle macerie che hanno travolto i nostri  figli,i nostri cari, i nostri amici, i nostri paesani …

Non minore è lo sbigottimento sul silenzio dei mass media e delle autorità su questo problema, mentre anche le donazioni subiscono un drastico rallentamento. La Presidente della Provincia di L’Aquila, Stefania Pezzopane, manifesta tutto il suo disappunto dalle pagine del Messaggero Abruzzo di oggi per l’immagine che si è data  di “un territorio felice, dove tutto è stato prontamente risolto e i cittadini già tutti alloggiati in comode case” ; aggiungerei felici e contenti, come risulta dai servizi televisivi.

Che dire…? C’è da chiedersi allora a che cosa sia servito spostare il G8 dalla Maddalena a L’Aquila con finanziamenti  già stanziati e lavori inoltrati. Qualcuno dovrà in qualche modo spiegarci i vantaggi  reali per l’Abruzzo di questa scelta: non sarebbe stato più opportuno iniziare già dai mesi estivi la ricostruzione, almeno parziale del Centro di L’Aquila, dei monumenti che si potevano già ricostruire in base alle disponibilità economiche ed evitare  così di ingabbiare un intero centro storico con puntellamenti ingombranti, che certamente rallenteranno i lavori di Ricostruzioni ?
Non si è forse perso tempo prezioso in nome della Solidarietà dei Grandi del G8?

Qui sotto viene riportato un link da dove potete scaricare in pdf la Lista dei 45 monumenti da restaurare con schede di valutazione e censimento dei danni pubblicata dal Ministero dei Beni Culturali  il 25 maggio 2009  ( il primo delle lista è la Cattedrale e Palazzo Arcivescovile che precede la Basilica di Collemaggio…)

http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Ministero/UfficioStampa/News/visualizza_asset.html_377641871.html

Vi ricordate l’imbecille dato da Bertolaso davanti a decine di telecamere a Giampaolo Giuliani?

Ora l’«Imbecille» si è presa la sua bella rivincita: il prossimo 14 dicembre è stato invitato  ad un convegno a San Francisco, in California, dove esporrà agli scienziati californiani i risultati dei suoi studi  sulla previsione del terremoto.

L’ «Imbecille»  si è tolto la soddisfazione di mettere tutto nero su bianco, denunciando con un libro la sua verità sul terremoto (L’Aquila 2009, La mia verità sul terremoto, Castelvecchi Tazebao)
Se si fosse dato ascolto ai suoi allarmi, forse oggi non staremmo qui a piangere Enza, Tonino, Carmelina, i 55  studenti, tutte le 307 vittime del 6 aprile.

“La storia mai raccontata di un disastro annunciato, dell’uomo che avrebbe potuto salvare 300 vite umane e delle istituzioni che non gli hanno creduto.
La mia verità sul terremoto, il libro denuncia di Giampaolo Giuliani”: così recita il frontespizio del libro di Giuliani.

Dopo “L’Aquila non è Kabul. Cronaca di una tragedia annunciatainchiesta-denuncia del giornalista Giuseppe Caporale, dopo  “Ju tarramutu, La vera storia del Terremoto in Abruzzo, Casaleggio Associati Editoredi Samanta Di Persio, si prevedono tempi duri per Bertolaso,  prossimo al suo sbandierato pensionamento…

Che si tratti di un “onorevole” ritiro?!!!

Per saperne di più:
1) sul libro di Giuliani:
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=134218

2)Video-Presentazione del libro “L’Aquila non è Kabul

3)Il  trailer del libro “ Ju Tarramutu”:

Meglio rimboccarci le maniche

Un  gruppo di abitanti di Pescomaggiore, paesino di montagna vicino a L’Aquila, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e ricostruire da subito lì, sul posto,  le loro case distrutte dal sisma  del 6 aprile, senza attendere gli aiuti delle istituzioni, per continuare ad abitare la loro terra ed il loro paese, per ricostruirlo da subito. Hanno ottenuto i terreni in comodato d’uso dai loro concittadini  ed hanno ricostruito le case con tecnologie innovative totalmente ecocompatibili.

L’Aquila deve rinascere: loro la ricostruzione di L’Aquila l’hanno preso alla lettera.

Esempio unico, di cui i mass media non fanno cenno alcuno, forse perché questo progetto fa concorrenza al progetto governativo C.A.S.E. dai costi proibitivi.

Vedi il video

Per conoscere meglio il progetto clicca  >> qui

Caro Presidente Napolitano,

nella Sua recente visita nella nostra Terra sottolineò la fiducia riposta nelle istituzioni dalla nostra popolazione.
E si, di fiducia ne abbiamo avuta tanta, nelle amministrazioni centrali e locali.
Abbiamo vissuto mesi nelle tende per non abbandonare la nostra Terra perché ognuno di noi aveva ed ha i suoi buoni motivi per restare.
Abbiamo per questo sopportato mesi di vita nelle tende, invece che in moduli provvisori come si era sempre fatto per gli altri terremoti, avendo fiducia nella promessa  “a settembre un tetto per tutti”.
Settembre è passato da un pezzo, siamo entrati nell’ottavo (!) mese di tenda, le promesse non sono state mantenute e la temperatura, come la fiducia, inevitabilmente scende sotto-zero.
Ci viene proposto di trasferirci in alberghi lontani dalla nostra città. Chi non è stato evidentemente capace di gestire l’emergenza, ora vorrebbe che dopo otto mesi abbandonassimo il nostro territorio. Se non una casa, chiediamo quanto meno una soluzione per restare qui e non morire di freddo. Lo chiediamo da maggio. Ci viene risposto che i tempi non permettono soluzioni tempestive.
Dopo otto mesi! Dopo aver constatato che le Istituzioni, quando vogliono, possono procedere con la massima urgenza e rapidità: in occasione del G8 vennero di fatto costruite strade e un aeroporto in men che non si dica. Le situazioni di emergenze vanno affrontante con sforzi eccezionali.
Sono, caro Presidente, in una situazione di emergenza centinaia di persone, molte delle quali anziane, costrette a dormire in tenda a zero gradi? E’ una situazione tollerabile in un Paese civile a otto mesi dal sisma?
Al nostro rifiuto di “farci deportare” la Protezione Civile sta rispondendo con ricatti pratici e pressioni psicologiche: minaccia di staccare la corrente elettrica, toglie i servizi di assistenza essenziali, abbassa paurosamente la qualità del cibo, praticamente immangiabile. Le visite delle forze dell’ordine si fanno sempre più frequenti. Tenta insomma di renderci la vita ancora più impossibile, come se questa fosse vita …
Quale fiducia dobbiamo riporre in queste Istituzioni? In chi ci ha per mesi ingannato ed ora ci minaccia? Perché dei cittadini che chiedono il minimo per la sopravvivenza debbono essere percepiti dalle Istituzioni come un problema da eliminare?
Ma, come si dice, la speranza è l’ultima a morire. Per questo ci rivolgiamo a Lei, la più alta Istituzione, perché si diano risposte al nostro problema. La soluzione è semplice, a portata di mano e, soprattutto, immediata: moduli removibili, container, qualsiasi cosa ci faccia uscire dalle tende e rimanere nella nostra Terra. E’ chiedere troppo alle Istituzioni l’installazione in pochi giorni di qualche decina di soluzioni abitative temporanee?
E’ la nostra ultima speranza, il nostro ultimo tentativo. Se anche questo risulterà vano, la inviteremo nelle tende dove le riconsegneremo le nostre schede elettorali. In una democrazia che nega i bisogni fondamentali che senso ha andare a votare?

I residenti nelle tendopoli aquilane

Recenti studi  esposti da Scienziati Italiani al Congresso Internazionale di Geofisica a San Francisco (2009 AGU Fall Meeting) hanno evidenziato quella che  che ormai è una convinzione molto diffusa: molte vittime, e forse la città stessa di L’Aquila, si potevano salvare: in occasione del terremoto d’Abruzzo sarebbero stati rivelati numerosi precursori principali, ai quali non è stato dato il giusto peso.

Per un maggiore approfondimento del problema potete leggere l’articolo cliccando sul link sottostante.

In realtà alcuni Aquilani si sono potuti salvare grazie al tam-tam diffuso nella rete da Giuliani e dai suoi amici.

Ma Giuliani è stato denunciato per procurato allarme.

A proposito a che punto è la denuncia a Giuliani?

http://www.abruzzo24ore.tv/news/Il-terremoto-aquilano-poteva-essere-previsto-cinque-giorni-prima/13634.htm


Per capire, per non dimenticare

Dalle 3.32 del 6 aprile 2009 la nostra vita non è più la stessa.Prima pagina de «IL CENTRO» del 7 aprile 2009

Prima pagina de «IL CENTRO» del 7 aprile 2009