“Il cibo per tutti c’è, ma anche oggi moriranno 17mila bambini”

“Oltre 17mila bambini moriranno oggi di fame: uno ogni cinque secondi, 6 milioni in un anno”.
Questo è il grido d’allarme lanciato oggi dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, all’apertura del vertice Fao sulla sicurezza alimentare.
“Il mondo ha cibo più che sufficiente e nonostante questo oltre un miliardo di persone sono affamate.  Questo è inaccettabile.
Entro il 2050 il nostro pianeta ospiterà 9,1 miliardi di persone, oltre 2 miliardi più di adesso. Mentre la popolazione mondiale sta crescendo, cambiano le condizioni climatiche e sappiamo che entro il 2050 avremo bisogno di oltre il 70% di cibo in più. Per troppe persone – ha aggiunto – vivere senza cibo è una realtà quotidiana”.

Il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha sottolineato nel suo messaggio come “proprio la crisi economica e finanziaria insegna che ricchezza e benessere hanno valore se largamente ed equamente distribuiti”.

Il discorso di Benedetto XVI è stato radicale:  per battere la fame nel mondo bisogna andare al cuore del problema, occorre cioè creare un nuovo assetto delle istituzioni economiche.

Meglio rimboccarci le maniche

Un  gruppo di abitanti di Pescomaggiore, paesino di montagna vicino a L’Aquila, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e ricostruire da subito lì, sul posto,  le loro case distrutte dal sisma  del 6 aprile, senza attendere gli aiuti delle istituzioni, per continuare ad abitare la loro terra ed il loro paese, per ricostruirlo da subito. Hanno ottenuto i terreni in comodato d’uso dai loro concittadini  ed hanno ricostruito le case con tecnologie innovative totalmente ecocompatibili.

L’Aquila deve rinascere: loro la ricostruzione di L’Aquila l’hanno preso alla lettera.

Esempio unico, di cui i mass media non fanno cenno alcuno, forse perché questo progetto fa concorrenza al progetto governativo C.A.S.E. dai costi proibitivi.

Vedi il video

Per conoscere meglio il progetto clicca  >> qui

Caro Presidente Napolitano,

nella Sua recente visita nella nostra Terra sottolineò la fiducia riposta nelle istituzioni dalla nostra popolazione.
E si, di fiducia ne abbiamo avuta tanta, nelle amministrazioni centrali e locali.
Abbiamo vissuto mesi nelle tende per non abbandonare la nostra Terra perché ognuno di noi aveva ed ha i suoi buoni motivi per restare.
Abbiamo per questo sopportato mesi di vita nelle tende, invece che in moduli provvisori come si era sempre fatto per gli altri terremoti, avendo fiducia nella promessa  “a settembre un tetto per tutti”.
Settembre è passato da un pezzo, siamo entrati nell’ottavo (!) mese di tenda, le promesse non sono state mantenute e la temperatura, come la fiducia, inevitabilmente scende sotto-zero.
Ci viene proposto di trasferirci in alberghi lontani dalla nostra città. Chi non è stato evidentemente capace di gestire l’emergenza, ora vorrebbe che dopo otto mesi abbandonassimo il nostro territorio. Se non una casa, chiediamo quanto meno una soluzione per restare qui e non morire di freddo. Lo chiediamo da maggio. Ci viene risposto che i tempi non permettono soluzioni tempestive.
Dopo otto mesi! Dopo aver constatato che le Istituzioni, quando vogliono, possono procedere con la massima urgenza e rapidità: in occasione del G8 vennero di fatto costruite strade e un aeroporto in men che non si dica. Le situazioni di emergenze vanno affrontante con sforzi eccezionali.
Sono, caro Presidente, in una situazione di emergenza centinaia di persone, molte delle quali anziane, costrette a dormire in tenda a zero gradi? E’ una situazione tollerabile in un Paese civile a otto mesi dal sisma?
Al nostro rifiuto di “farci deportare” la Protezione Civile sta rispondendo con ricatti pratici e pressioni psicologiche: minaccia di staccare la corrente elettrica, toglie i servizi di assistenza essenziali, abbassa paurosamente la qualità del cibo, praticamente immangiabile. Le visite delle forze dell’ordine si fanno sempre più frequenti. Tenta insomma di renderci la vita ancora più impossibile, come se questa fosse vita …
Quale fiducia dobbiamo riporre in queste Istituzioni? In chi ci ha per mesi ingannato ed ora ci minaccia? Perché dei cittadini che chiedono il minimo per la sopravvivenza debbono essere percepiti dalle Istituzioni come un problema da eliminare?
Ma, come si dice, la speranza è l’ultima a morire. Per questo ci rivolgiamo a Lei, la più alta Istituzione, perché si diano risposte al nostro problema. La soluzione è semplice, a portata di mano e, soprattutto, immediata: moduli removibili, container, qualsiasi cosa ci faccia uscire dalle tende e rimanere nella nostra Terra. E’ chiedere troppo alle Istituzioni l’installazione in pochi giorni di qualche decina di soluzioni abitative temporanee?
E’ la nostra ultima speranza, il nostro ultimo tentativo. Se anche questo risulterà vano, la inviteremo nelle tende dove le riconsegneremo le nostre schede elettorali. In una democrazia che nega i bisogni fondamentali che senso ha andare a votare?

I residenti nelle tendopoli aquilane


Oltre alla consueta luce gialla, il Colosseo dalle 18 e’ stato illuminato da una forte luce verde per puntare i riflettori sul diritto di ogni essere umano ad un’adeguata alimentazione. L’iniziativa, alla vigilia del vertice mondiale sulla sicurezza alimentare che si aprirà domani alla Fao, è di ActionAid, in collaborazione con il Comune di Roma e con Acea e durera’ tutta la notte. 

La mobilitazione virtuale di ActionAid su Avaaz.org via internet ha raggiunto l’obiettivo delle 150 mila adesioni, ma davanti al Colosseo soltanto una decina di persone sono presenti con candele in mano per dire stop alla fame. I dieci hanno aperto uno striscione rosso con la scritta bianca: ”Stop hunger”. (RaiNews 24)

A quando l’istituzione della Giornata delle 307 vittime del 6 aprile e  di tutte le vittime  dei disastri naturali e non  in Italia dal Dopoguerra ad oggi?

Non so quante siano, ma anche loro hanno il diritto di essere ricordate non solo nel nostro cuore,  ma  dalla coscienza pubblica.
A.C.

Recenti studi  esposti da Scienziati Italiani al Congresso Internazionale di Geofisica a San Francisco (2009 AGU Fall Meeting) hanno evidenziato quella che  che ormai è una convinzione molto diffusa: molte vittime, e forse la città stessa di L’Aquila, si potevano salvare: in occasione del terremoto d’Abruzzo sarebbero stati rivelati numerosi precursori principali, ai quali non è stato dato il giusto peso.

Per un maggiore approfondimento del problema potete leggere l’articolo cliccando sul link sottostante.

In realtà alcuni Aquilani si sono potuti salvare grazie al tam-tam diffuso nella rete da Giuliani e dai suoi amici.

Ma Giuliani è stato denunciato per procurato allarme.

A proposito a che punto è la denuncia a Giuliani?

http://www.abruzzo24ore.tv/news/Il-terremoto-aquilano-poteva-essere-previsto-cinque-giorni-prima/13634.htm


Per capire, per non dimenticare

Dalle 3.32 del 6 aprile 2009 la nostra vita non è più la stessa.Prima pagina de «IL CENTRO» del 7 aprile 2009

Prima pagina de «IL CENTRO» del 7 aprile 2009

IL PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI RELIGIOSE  DELL’ANNO GIUBILARE CELESTINIANO A SULMONA

anno-celestiniano-09-2009