ROMA – La Corte Costituzionale, secondo quanto si è appreso, ha dato il via libera al nuovo quesito sul nucleare così come riformulato dalla Cassazione dopo le modifiche introdotte dalla legge ‘omnibus’. La decisione sarebbe stata presa unanimemente dai giudici dopo aver ascoltato stamane i legali delle parti in camera di consiglio. Le motivazioni della decisione, scritte dal giudice Giuseppe Tesauro, saranno depositate in giornata.
(FONTE ANSA)
Le hanno provate tutte per impedire
l’uso democratico del referendum:
ora hanno una sola alternativa: TUTTI A CASA!
L’AQUILA. Tutti a giudizio i componenti della Commissione grandi rischi che il 31 marzo 2009 si riunì all’Aquila.
La prima udienza di svolgerà a L’Aquila il 20 settembre.
«Oggi e’ una data importante nella storia della giurisprudenza in quanto per la prima volta vengono tratti a giudizio componenti di una commissione scientifica che aveva il dovere giuridico di valutare attentamente il rischio sismico.
A ciascuno di loro era noto che L’Aquila era una zona sismica, erano noto a ciascuno di loro che c’erano stati terremoti distruttivi preceduti da sciame sismico, era noto la vulnerabilita’ di molti edifici del centro storico e dei paesi limitrofi, tutto avrebbe dovuto indurre ad una diversa valutazione del rischio che non vuol dire certo prevedere il terremoto.
Invece dalle loro dichiarazioni e’ emerso un messaggio rassicurante che ha indotto molti a scegliere di restare nelle proprie abitazioni tipo casa dello studente ove hanno trovato la morte otto studenti e alcuni subito lesioni, di qui la condotta penalmente rilevanete che sara’ portato al vaglio del magistrato giudicante.
Oggi e’ altresi una data storica per L’Aquila perche’ si iniziera’ a dare una prima risposta ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime del 6 aprile del 2009»
Wania Della Vigna legale di parte civile (fonte Abruzzo24ore.TV)
LEGGI LA MEMORIA DEL PM della Procura de L’Aquila
Pratola Peligna (Aq). Come ogni anno , in occasione dell’anniversario della morte di papa S.Celestino V avvenuta il 19 maggio del 1296, le vie della cittadina della Valle Peligna si illuminano.
(foto pubblicata da IL CENTRO)
La fiaccolata organizzata dall’ Associazione Celestiniana scende in commossa processione dalle pendici del Morrone, dall’Eremo di S.Onofrio da dove nel 1294 Pietro del Morrone, a dorso di un asino e avendo come palafrenieri re Carlo II d’Angiò di Napoli e suo figlio Carlo Martello, mosse alla volta di L’aquila per essere incoronato papa.
Sempre numerosa la partecipazione della popolazione, nonostante il rammarico per la chiusura da 2 anni dell’Eremo di S.Onofrio, perché la strada che conduce all’Eremo è stata interdetta dopo il sisma del 6 aprile per pericolo frane
La chiusura dell’Eremo di Pietro dal Morrone ha suscitato numerose polemiche e proteste da parte di cittadini e associazioni della Valle Peligna, in particolare dall’Associazione Celestiniana, e rimane ancora inspiegabile.
L’Eremo è rimasto chiuso anche in occasione della visita di Papa Benedetto XVI, lo scorso 4 luglio. In quell’occasione molto vibranti furono le proteste e le richieste di intervento del vescovo di Sulmona Angelo Spina, che è riuscito a portare il Papa a Sulmona ma non a far riaprire l’Eremo!
Tra i numerosi filoni d’inchiesta sul terremoto del 6 aprile a L’Aquila aperti dalla Procura del capoluogo, uno sicuramente significativo è quello nei confronti dei partecipanti alla riunione della Commissione Grandi Rischi che si svolse a L’Aquila una settimana prima del Sisma e che si concluse con un nulla di fatto e con toni rassicuranti alla popolazione nei confronti del pericolo imminente del sisma.Ora il sostituto procuratore della Repubblica di L’Aquila ha chiesto il rinvio a giudizio dei 7 imputati che parteciparono alla riunione: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, vice capo del settore tecnico operativo del dipartimento nazionale di Protezione Civile, unico accusato originario dell’Abruzzo, Enzo Boschi presidente dell’Ingv, Giulio Selvaggi direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore della fondazione Eucentre e responsabile del progetto Case, Claudio Eva ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce direttore dell’ufficio rischio sismico del dipartimento di Protezione civile.
L’accusa contestata è di omicidio colposo plurimo.
Il giudice ha però rifiutato la costituzioni di parte civile delle Associazioni che avevano promosso il processo, mentre ha ammesso tra le parti civili il Comune dell’Aquila.
Il “vero miracolo aquilano”: per la prima volta nella storia della nostra Repubblica una Proposta di Legge di iniziativa popolare verrà discussa in Parlamento.
Grazie alla straordinaria mobilitazione dei Cittadini Aquilani il Parlamento Italiano sarà costretto a prendere in considerazione le richieste degli Aquilani che da 2 anni, dal Sisma del 6 Aprile, attraverso Comitati, manifestazioni, iniziative, appelli al mondo della cultura … non hanno mai smesso di reclamare il loro diritto di essere protagonisti in prima persona della Ricostruzione di L’Aquila.
Leggi il Comunicato del ″Comitato Promotore Legge di solidarietà nazionale per i territori colpiti da disastri naturali″ → Continue reading »
A due anni dal terremoto, che ha cambiato la vita nell’Aquilano e nella Valle Peligna, sono stati tutti accolti i ricorsi al Tar dei dieci Comuni della Valle Peligna ( Sulmona, Introdacqua, Vittorito, Cansano, Pettorano, Roccacasale, Corfinio, Prezza,Raiano, Pratola Peligna) che erano stati esclusi dal Decreto Bertolaso dai benefici del Cratere.
La sentenza del Tar smentisce clamorosamente le decisioni assai contestate prese dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile
“C’è quella da cartolina, dove si mangia bene e i problemi non esistono o, alla peggio, si risolvono da soli.
E c’è poi un’altra Italia fatta di povertà emergenti o consolidate, di disoccupazione e precariato, di mercificazione delle donne, di conflitti d’interesse, di uso politico dei media.”
Questa è l’Italia vista dalla giornalista del TG1 Maria Luisa Busi nel suo libro “Brutte notizie” che oggi presenterà a L’Aquila.

Maria Luisa Busi
La giornalista, volto notissimo del TG1, fu fortemente contestata con la sua troupe durante le riprese per un servizio su L’Aquila.
Quell’episodio ha certamente scosso la sua sensibilità di giornalista proprio perché colpita nella sua professionalità.
Nel maggio 2010 ha dato le dimissioni a causa delle numerose divergenze con il direttore del TG1.
«… Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. E’ quello che accade quando si privilegia la comunicazione all’informazione, la propaganda alla verifica …»
Queste le sue parole nella lettera di dimissioni inviata al suo Direttore della testata del TG1
Nel libro che presenterà oggi, oltre alle vicende note della crisi economica e istituzionale,l’attenzione è naturalmente rivolta al Post-sisma e alla condizione degli Aquilani
“una giornalista dovrebbe avere il diritto (e il dovere) di raccontare tutto questo. Ma da noi non funziona più così.”.
(Maria Luisa Busi)
GUARDA IL VIDEO della CONTESTAZIONE

Prima pagina dell'UNITA' 14.4.2011
foto Ansa
Fermate il «processo breve»!

Il Messaggero del 10.04.2011 Cronaca di L'Aquila
Lettera aperta dei familiari delle Vittime del sisma del 6 aprile
«Il processo breve uccide di nuovo i morti aquilani».
Lo scrivono in una lettera aperta inviata ai parlamentari di maggioranza i familiari degli studenti uccisi nel sisma del 6 aprile ( Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente, l’Associazione Vittime Universitarie Sisma e i Familiari Vittime del Convitto Nazionale:
“Il processo breve è un’altra tragedia per le vittime dell’Aquila. Il giorno in cui passerà la legge sarà nuovamente un lutto cittadino, per noi aquilani e per tutti quei genitori che da tutta Italia avevano mandato i lori figli a studiare all’Aquila e non a morirvi …
“Quelle vite ci sono state strappate dalla illegalità. E il dolore, il lutto, la devastazione hanno sconvolto per sempre l’esistenza dei sopravvissuti. A ciò oggi va aggiunto il decreto legge sul processo breve: esso rappresenterebbe una mannaia sui crolli assassini dell’Aquila, un’amnistia generalizzata per gli infortuni mortali avvenuti sul posto di lavoro, per i morti di amianto, di uranio, di frane, di alluvioni, per le vittime di Viareggio martoriate dalle ustioni e per molti reati contabili e societari…
“Per opporci a questo scempio e rivendicare il diritto alla giustizia per i nostri morti, saremo mercoledì mattina davanti a Montecitorio con i nostri striscioni e le foto dei nostri cari”.
“Chiediamo agli aquilani di essere con noi”.

6 aprile 2011 L'Aquila

Enza Terzini
«Due anni dopo il 6 aprile 2009. Il centro storico dell’Aquila è lasciato a se stesso, ancora presidiato dai militari. Macerie, transenne, puntelli, abbandono. La stessa situazione riguarda altri quartieri della città, ma senza i militari: si cammina sulle macerie. E fra i terremotati la rabbia lascia posto alla rassegnazione.»
6 aprile 2009, due anni dopo – Un caffè nel mio giardino – di Angelo De Nicola (Il Messaggero)