« Perché questa ripetizione continua di scosse?
Perché l’Aquila è zona sismica ?
La storia lo dimostra ?
Ogni 300 anni accade o no un terremoto devastante?
Hanno detto che erano scosse benefiche …Hanno sbagliato»
Angelo, papà di Ivana Lannuti
Domande semplici, domande angoscianti che ancora oggi da più di un anno dal terremoto devastante del 6 aprile non hanno avuto dallo Stato uno straccio di risposta …
Se lo sono chiesto gli Aquilani, ma continuano a chiederselo nel loro dolore i genitori degli studenti universitari che ora attraverso l’Associazione Vittime Universitari del Sisma del 6 aprile hanno affidato alla penna del giornalista Umberto Braccilli il ricordo di Tonino, Enza,Nicola, Daniela, Martina, Gabriele, Carmelina, Ivana, Maurizio, Sara, Michele, Maria, Roberta e degli altri studenti universitari, di tutte le 55 giovani vittime del terremoto ma soprattutto dell’Indifferenza di chi quella notte aveva l’obbligo istituzionale di proteggerli.
Dice il Presidente dell’Avus Sergio Bianchi, padre di Nicola, alla presentazione del libro avvenuta il 14 maggio presso il tendone di Piazza Duomo (che qualcuno ha promesso di rimuovere!):
— Cerano delle grosse avvisaglie … crepe … denunce … segnalazioni di palazzi che avevano dei segni inconfondibili … e poi nonostante questo è stato scelto di tranquillizzare tutti, soprattutto gli studenti.
“La responsabilità è di chi stava monitorando la situazione – si legge nella quarta di copertina – Hanno detto che erano scosse benefiche..hanno sbagliato”.
Sono parole di Angelo, papà di Ivana. “Io purtroppo non ho avuto sentore di quello che poteva accadere. Se ne avessi preso coscienza, potevo salvare mia figlia”.
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