Intervista ad Enzo Boschi, presidente Ingv di Maristella IervasiEnzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Invg), lo dice senza perifrasi. “E’ una idea di Bertolaso. La Protezione civile vuole le nostre reti di monitoraggio sismico”.
E’ più che un timore. La minaccia è concreta ed è scritta nero su bianco in uno schema di decreto che porta la data del 29 ottobre e che mentre scriviamo è oggetto di nuove versioni e scintille di Tremonti nel pre-consiglio dei ministri. La Protezione civile diventerà una Spa. E forzatamente e arbitrariamente incamererà l’intero settore del monitoraggio dei terremoti che attualmente è gestito dall’Ingv, l’Istituto di geofisica e vulcanologia, diretto dal professor Enzo Boschi.Sconcerto e mobilitazione in tutto l’ente di ricerca di via di Vigna Murata sull’Ardeatina, a Roma. E non solo. Con un pugno di mosche in mano rischiano di restare gli oltre 400 precari Ingv che da mesi chiedono l’aumento della dotazioane organica dell’ente.
La rete di monitoraggio dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulganologia (Ingv) esiste dal 1980, dopo il terremoto dell’Irpinia. “Ha raggiunto un livello di qualità confrontabile con i paesi all’avanguardia nella ricerca sismologica nel mondo – sottolinea Massimo Cocco, sismologo e dirigente di ricerca dell’Istituto di via di Vigne Murate – ed è oggi un insostituibbile strumento sia per lo studio della fisica dell’interno della terra sia per la sorveglianza sismica dela terriotorio nazionale”. Un piatto ghiotto, dunque. Di alto prestigio. Che il nuovo scenario prospettato nella bozza di governo rischia invece di portare letteralmente al collasso. Con l’alto rischio della secretazione dei dati sismici.
Professor Boschi, vogliono smembrare l’Ingv?
“E’ quanto è scritto in uno schema di decreto. Stiamo cercando di impedire che questo accada”.
E come? E anzitutto, come l’ha scoperto?
“Credevo fosse uno scherzo lunedì mattina, poi ho letto lo schema di decreto….”.
Come difenderà l’istituto e i suoi dipendenti? Senza contare che nella sala sismica lavorano tanti ricercatori precari.
“È un’idea priva di senso. Separare il monitoraggio dalla ricerca sismologica e vulcanologica è sbagliato in termini scientifici. Il progresso tecnologico è dato dalla ricerca. Le reti di monitoraggio sono uno strumento fondamentale per la ricerca”.
Invece di aumentare la pianta organica dell’ente arriva lo smembramento. Presagiva questo tipo di riordino per il suo ente?
“Assolutamente no. Del resto io stesso verrò fatto fuori”.
Come scusi?
“Il mio mandato scadrà quando verrà approvato il decreto sul riordino degli enti. Tutti i vertici scadranno e verranno rinominati. Ma non è la mia carriera che è in gioco. E’ la ricerca. Separare una rete di monitoraggio della ricerca, limitandone l’uso alla sola sorveglianza, è un errore tattico molto grave. Non solo. E’ in contrasto con quanto proposto dal Miur dall’indacazione della Commissione europea”.
Dopo lo choc si sarà pur fatto un’idea. Chi ha secondo lei “partorito” tutto questo? Bertolaso?
“Per quel che ne so io sì: è un’idea della Protezione civile”.
Che ne sarà dell’istututo nazionale di Geofisica e Vulcanologia se non si riuscirà a fermare questo progetto?
“Se verrà messa in discussione la centralità della ricerca, quando vale chiuderlo definitivamente l’Ingv. Non avrebbe senso mantenerlo in piedi smembrato”.
Una parola per i suoi dipendenti e precari in agitazione.
“Non resteranno con le mani in mano. A questa minaccia noi tutti non ci stiamo. Questo tipo di progetto contenuto nello schema di decreto contrasta con quanto recita la Carta costituzionale sulla libertà di ricerca. I ricercatori non saranno di certo disponibili a trasferirsi e non li potranno obbligare. Chi ha un contratto, ad esempio, potrà fare ricorso al Tar”.
26 novembre 2009
L’Unità.it pubblica oggi un’intervista di Maristella Jervasi a Enzo Boschi, presidente Ingv, che riporto integralmente.